Cristina Marzorati

Nota personale di Antonio Amoruso alla presentazione in Biblioteca a Bormio della Trilogia Rue Amor

Il 24 aprile ho avuto il piacere di presentare la trilogia di Rue Amor presso la Biblioteca Comunale di Bormio.
L’evento è stato pensato e organizzato da Cristina Marzorati, allestito da Sabina Colturi e sostenuto dai miei editori (Edizioni Forme Libere).

L’idea che avevo in mente era di allestire un evento un po’ diverso dalla classica presentazione. Volevo tanta musica e tanta lettura di brani in sostituzione dell’intervista canonica con scambio di impressioni e commenti tra relatore e autore. A dire il vero, già nelle ultime uscite avevo applicato questa impostazione, ma mai nell’estensione e nella configurazione che avevo in mente.

L’idea consisteva nel far leggere i brani tratti dalla trilogia a ragazzi e ragazze, e intervallare le letture (max. una pagina) con brani di mia composizione eseguiti “live”. Nel passato questa idea mi era riuscita solo parzialmente. E così, ad esempio, i brani avevo dovuto leggerli io, oppure avevo dovuto farli leggere ai librai padroni di casa o ad amici adulti (che avevano poi svolto il compito egregiamente, va detto).

Quando ho presentato l’idea a Sabina, ho capito che questa volta avrei potuto raggiungere l’optimum. Sabina, infatti, si è subito data da fare per cercare dei ragazzi disposti a leggere.

Alla fine della ricerca cinque ragazzi si sono prestati all’operazione e il risultato è stato fantastico, al punto che la presentazione si è trasformata in un mini-show.
La loro freschezza e spontaneità, unite al coinvolgimento che è seguito all’esecuzione delle musiche hanno dato ciò che io chiamo “il soffio della vita” alla presentazione che, altrimenti, sarebbe rimasta una (magari bella, ma inanimata) statua d’argilla. Sono stati, così, letti e accompagnati dalla mia musica sei brani (il sesto letto dalla stessa Sabina che ha dimostrato doti da rapper quando ha avuto di fronte il testo di una canzone).

Come prevedibile, a quel punto, lo spirito allegro e aperto, non ingessato, diretto e gioviale che si è diffuso in sala ha fatto sì che si generassero domande e commenti da parte del pubblico ben mirate e perfettamente consonanti con il contenuto della trilogia, il suo colore e il suo cuore offrendo, in tal modo, un risultato migliore di qualsiasi mia orazione o qualsiasi botta-risposta con un relatore ancorché bravo e professionale.

Insomma, Rue Amor, che per sua natura cerca di muovere le corde dell’emozione e del sentimento più che della ragione e della ricercatezza stilistica fine a se stessa, ha trovato, nell’intervento dei ragazzi (magistralmente coordinati e seguiti da Sabina), una degna rappresentazione.

L’uso di qualche piccolo effetto di luce (ancora una volta utilizzato dai ragazzi) e di qualche misurato accenno di danza (sempre loro) ha completato un quadro dell’evento davvero “fantasmagorico” (termine preso in prestito da un personaggio di Rue Amor).

Potevo mai, a conclusione della presentazione, dimenticare l’unica cosa importante e doverosa che spettava a me, cioè ringraziare di cuore i ragazzi, Cristina, Sabina e gli editori?

Potevo mai fare una tale figuraccia?
Ebbene sì, l’ho fatta.

Forse, preso dall’emozione, ho banalmente chiuso la presentazione con un laconico: “ite, missa est”. Come il miglior Ben: rozzo e goffo. Ma, a differenza di Ben, non è intervenuta Fata Turchina a cavarmi d’impaccio con una magia.
Ahimè… la cruda realtà è tutt’altra cosa rispetto alla fantasia.

In definitiva, sono venute alla presentazione più di 50 persone, grazie al lavoro superlativo di Cristina, al supporto all’esposizione dei libri di Nicoletta, alla regia di Sabina, all’aiuto dell’Editore (che ha preparato delle splendide locandine pubblicitarie). E così, grazie a un bel gioco di squadra, la presentazione è riuscita splendidamente, come io desideravo da tanto.

Con cose (e soprattutto persone!) del genere il mondo dello scrittore si fa un po’ meno cupo e un barlume all’orizzonte degli eventi del libro, forse, dico forse, si intravede.

Ma ancora non vi ho detto i nomi dei ragazzi!
Eccoli: Maria, Iris, Ambra, Massimo e Michele.
Soprattutto a loro va il mio grazie e quello dell’impareggiabile, imprevedibile (impossibile), BEN.

Alla prossima (fantasmagorica) avventura!
Antonio

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