Cristina Marzorati

Quando si cambia dentro

Valentina Palleri

La narrazione in terza persona permette agli autori di mantenere una distanza equa dalle proprie emozioni e sufficiente per raccontarle ad altri. Riconosco che il romanzo di Valentina Palleri ha una ispirazione autobiografica perché il racconto delle emozioni, dei sentimenti e delle riflessioni sul senso della vita è prevalente rispetto alla descrizione fotografica dei luoghi, degli eventi e delle persone. Gli ambienti e gli eventi narrativi forse sono reali, forse sono immaginati o forse lo sono solo in parte. Lasciamo la curiosità alle confidenze dell’autrice.

La nascita di un bambino è l’evento quanto più naturale e normale in una famiglia. Per alcune coppie, invece, la vita è un po’ speciale e non regala questa gioia. La maternità negata ha un effetto devastante per la donna, il cui corpo è biologicamente predisposto all’accoglienza di un bambino. La maternità negata crea turbamento all’interno della coppia, benché l’uomo e la donna la vivano con sensibilità differenti, a ciascuna delle quali è dovuto il massimo rispetto.

Lilla e Marco, i protagonisti del romanzo, vivono l’esperienza più tragica della maternità negata: l’aborto terapeutico per gravissime malformazioni del bimbo in grembo. L’ecografia morfologica insinua i primi dubbi e crea le prime preoccupazioni, a cui seguono la speranza e l’illusione della speranza. Le ecografie successive confermano la diagnosi e si aprono le porte dell’ospedale nel reparto di Patologia Prenatale; il destino triste del piccolo Andrea si è compiuto in pochissimi giorni.

L’impegno intenso nel lavoro tiene la mente occupata e la distoglie da pensieri troppo difficili da elaborare con serenità. Il trasferimento in un altro paese, lontano 1000 km dal proprio, rende rare le occasioni di incontro con persone la cui confidenza permette di porre domande personali, intime e, pertanto, imbarazzanti e dolorose.

La vita scorre comunque e il tempo offre occasioni di riflessione, di riscatto (per Lilla e Marco la maternità realizzata di tre splendidi bimbi) e di elaborazione del lutto. La serenità raggiunta non è un regalo, essa è il frutto di un gravoso percorso personale di analisi e di accettazione. Il libro è ricco di emozioni che ritengo autentiche e lo suggerisco quale lettura intensa, emotiva e credibile. Il contesto romanzesco nulla toglie alla grandezza delle emozioni trasmesse.

Valentina Palleri è una insegnante di Pescara, la quale ha svolto il primo incarico, di supplenza, a Bormio; a mille chilometri di distanza dal proprio paese, in una valle a lei sconosciuta. Il rapporto speciale, di sincero affetto reciproco, instauratosi con i suoi alunni, ha fatto nascere un legame profondo con la Valtellina e, a distanza di molti anni, Valentina Palleri ha presentato presso la biblioteca di Bormio il suo nuovo romanzo “Come ali di farfalla”, anch’esso di ispirazione autobiografica. Io l’ho conosciuta in quella occasione e la ringrazio per le emozioni che mi ha trasmesso leggendo le sue parole.

Buona lettura anche a voi.

Cristina
Aprile 2014 

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