Cristina Marzorati

Ilaria, Manuela C. e Lara - classe 5 A della Scuola Primaria di Valdisotto - aprile 2014

«Ehi! Sbrighiamoci a scrivere “Un bacio come il mare” alla lavagna, Cristina Marzorati sta per arrivare!»
“Toc toc”. Sul varco della porta appare una donna di media statura, dai capelli color castano, un viso paffutello, gli occhi scuri contornati da occhiali per la vista e un sorriso smagliante stampato sul volto. È Cristina Marzorati!

Seduta sulla sedia vicino alla cattedra, si presenta a noi come una zia, simpatica e gentile.

Ci racconta...
«...Già da piccola mi piaceva leggere e scrivere. Diventata grande, come hobby, scrivevo alcune pagine, che poi sono diventate un libro dal titolo “Sciare nelle nuvole” (per adulti).
In seguito ho narrato la favola di Esmeralda, intitolata “Un bacio come il mare”, che avete letto con la maestra.»

Ecco la sintesi della storia.
Piove. Il cane Otto girovaga in cerca di un riparo; a un certo punto sente una voce che lo chiama:
- Ehi! Avvicinati, io so come aiutarti - , così incontra la gatta Nera.

Insieme vanno nel giardino di un palazzo, dove Nera inizia a raccontare la storia di Esmeralda:

- Ella abitava in un bellissimo castello a picco sul mare insieme ai genitori, alla cuoca Dolcemela e alla signorina Ingrid (la sua maestra e tata). A volte il cugino Nico e la nonna Diamante passavano a trovarli. Una pioggia torrenziale, che durò molto tempo, causò un'alluvione. Esmeralda fu costretta a trasferirsi in città. Per frequentare la scuola pubblica dovette superare l'esame di ammissione. Durante una gita, Esmeralda tornò al castello, dove trovò un biglietto con scritto: “Un bacio come il mare, da papà”...

Cristina ci rivela da cosa ha tratto ispirazione per descrivere alcuni personaggi: per nonna Diamante ha preso spunto da sua nonna, che assomigliava alla regina Elisabetta.
Dolcemela, invece, è frutto della sua immaginazione; il nome deriva da “dolce”, siccome cucinava cose dolci, e “mela”, perché, visto che assaggiava sempre le pietanze cucinate, aveva una forma un po' tondeggiante.

Quindi una parte della storia è inventata, mentre per altre ha preso spunto dalla realtà.
«Il mio lavoro non ha a che fare con la fantasia, ma quando sono a casa esce fuori l'Esmeralda che c'è in me.» ci dice Cristina.
Quando ha portato a termine i suoi libri, ha provato una soddisfazione immensa.

Noi abbiamo cercato di carpirle i trucchi per scrivere: avere bene in mente cosa raccontare,
prendere spunto dalla realtà, arricchire il testo con aggettivi e parole divertenti.
A ricordo di questo incontro, ci rimane il suo libro con la dedica.

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